Béla Guttmann

Un inquieto cittadino del mondo


Béla Guttmann (Budapest, 27 gennaio 1899 - Vienna, 28 agosto 1981)
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Un intellettuale che al calcio si appassionò nelle kaffeehaus viennesi degli anni '20, quando militava nella raffinata squadra ebraica dell'Hakoah. Ci tornerà da allenatore, iniziando una carriera che, per quattro decenni, lo vedrà insegnare il gioco su tutti i campi del mondo - compresa l'Italia. Vince, ma non tantissimo; molti, probabilmente, lo ricordano solo per una delle sue tante parentesi, quella aperta al Benfica, dove mise fine al monopolio madridista sulla Coppa dei campioni. Prima tuttavia - appena prima della guerra - aveva portato l'Ujpest a trionfare nella Mitropa Cup, la competizione per club più prestigiosa dell'epoca. E a Lisbona arrivò dopo un'altra parentesi: in Brasile, al San Paolo. E' qui che radicò al meglio le sue innovazioni, ponendo le basi di una rivoluzione tattica che portò la Seleçao a vincere finalmente il mondiale nel 1958. Forse non indifferente a pratiche 'vitaminiche', come tanti altri allenatori famosi quanto e più di lui, accompagnò la propria parabola discendente tra la Svizzera, la Grecia, l'Austria e ancora il Portogallo, nel decisivo passaggio tra i '60 e i '70.